Al museo della magia
Mai visto un parroco col cappello a cilindro? Ci pensa don Silvio Mantelli, un prete sprint che dice messa e fa sparire le colombe. Un modo per fare beneficenza con il sorriso. In un ambiente da favola, a 50 km da Torino
di Linda Marino
A Cherasco, in provincia di Cuneo, c'è un luogo dove la realtà lascia il posto alla fantasia. È il museo della Magia, inaugurato poco più di un anno fa, la più importante esposizione italiana dedicata all'illusionismo, che solo nel primo anno ha ospitato 13.000 visitatori. Sono circa 1.000 metri quadri su due livelli, e 14 stanze, in un edificio ottocentesco. Con 19.000 volumi dedicati alla magia, trova qui posto la seconda biblioteca più grande del mondo, dopo quella del mago David Copperfield. A volere questo museo, è stato don Silvio Mantelli, 70 anni, "prete salesiano per vocazione e mago per passione", come ama definirsi. Con tanto di cappello a cilindro, e con una giacca colorata, il parroco prestigiatore ci apre le porte del museo: «Da piccolo ero molto timido, l'unica cosa che faceva scomparire la mia insicurezza era la magia». E confessa: «All'età di 12 anni, un amico di famiglia mi insegnò a barare, giocando a carte». Lui però ha usato i trucchi solo per stupire: «Il mio primo pubblico l'ho avuto quando sono entrato in seminario. Da lì, non mi sono più fermato». Mago Sales è un ciclone di gioia, che ha speso la vita in missioni (Madagascar, 1991, India, 1995) per regalare un sorriso ai bambini delle zone povere del mondo. «A Calcutta conobbi Madre Teresa. Mi faceva da impresario, invitando la gente a vedermi esibire nelle strade» racconta divertito. Nel 1997, ha creatola Fondazione Mago Sales, una onlus che, con le donazioni di 8.000 benefattori, ha contribuito a costruire case, scuole, ospedali, pozzi d'acqua e ostelli per giovani. L'ultima sua creatura è proprio il museo della Magia. Tra i molti ambienti, è da segnalare la stanza dei grandi maghi, con le riproduzioni, a grandezza naturale, degli illusionisti più famosi al mondo, come il mago Silvan e il trasformista Arturo Brachetti. Che ha cominciato con don Silvio. «La conobbi quando aveva finito la seconda media. I genitori lo avevano mandato in seminario e io gli insegnai alcuni rudimenti dell'illusionismo. Non ha preso i voti, ma sono ugualmente fiero di lui», dice ridendo. Per mago Sales la voglia di sognare è rimasta tale e quale a quando era bambino, e coinvolge proprio tutti, persino Papa Francesco. Con Sua Santità , Don Silvio, nel giorno di don Bosco (31
gennaio), ha concelebrato la messa nella cappella di Santa Marta, in Vaticano. «E gli ho regalato un libro di magia. Un volume le cui pagine, da bianche, diventano via via sempre più colorate. Un po' come la nostra vita, che abbiamo il dovere di riempire di speranza».
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